Con un urlo liberatorio, “Lasciatemelo dire: c…zo era ora. Dopo due anni di apnea, il tappo lo togliamo, perché abbiamo vinto noi”, ha inizio il tanto atteso concerto di Luciano Ligabue.
Due anni di attesa, due anni di nostalgia da quel grande palco, 77 metri con 876 corpi illuminati e 3 ledwall, ospitato dalla nuova RCF Arena di Campovolo.
Non solo un concerto, ma una festa, una grande, immensa famiglia ritrovata per festeggiare Lui, il nostro Liga. 30 anni di successi rinchiusi in 4 ore di canzoni urlate contro il cielo.
Non vi posso negare che nel momento in cui le bandiere, quella della pace e lo stemma del concerto, hanno iniziato a salire lungo il palco, una lacrima è scesa. Forse l’ansia del momento, forse la lunga attesa durata due anni, forse il condividere con le persone che più ami, hanno giocato un piccolo scherzo, ma chi c’era ve lo potrà raccontare. Ciò che si vive a Campovolo, te lo porti dentro per molto tempo.
Lo spettacolo ha inizio con il suo nuovo singolo “Questa vita non la cambierei con nessun’altra” ma proprio perchè era la festa dei suoi 30 anni di carriera, ha riavvolto il nastro e il palco si è colorato di tutte le sue migliori canzoni, che lo hanno accompagnato in questa lunga carriera.
Ligabue per l’occasione ha deciso di condividere questo spettacolo con alcuni noti artisti come Loredana Bertè e il suo inno contro il femminicidio, Elisa con la fantastica canzone “A modo tuo”.
Con il grande De Gregori duettando sulle note di “Buonanotte all’Italia”. Finardi, che nel 1990 lo volle ad aprire il primo concerto fuori Emilia. Mauro Pagani e la versione acustica di Il mio nome è mai più.
Ha deciso di duettare anche con Gazzelle, con l’immancabile “L’amore conta”.